Intervista al vicesegretario del Pri Giancarlo Camerucci

La nostra solidarietà ed amicizia per Silvio

Silvio Berlusconi si fida della lealtà del Partito Repubblicano Italiano. Lo ha detto alla "Voce Repubblicana" il Vicesegretario del Partito Repubblicano Italiano, Giancarlo Camerucci, che ha incontrato Silvio Berlusconi con la delegazione del Pri il giorno in cui è stato dimesso dall’ospedale San Raffaele di Milano. Oltre a Camerucci, la delegazione del Pri era composta dal Segretario Nazionale del Partito Repubblicano Francesco Nucara e dal consigliere repubblicano al Comune di Milano Franco De Angelis.

Dottor Camerucci, come è nata l’idea di un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo il grave attentato che il capo del governo ha subito a Milano oltre una settimana fa?

"L’idea della visita che abbiamo svolto lo scorso 17 dicembre è nata in un clima di grande solidarietà umana nei confronti dell’assurdo atto che il presidente del Consiglio ha subìto in Piazza Duomo. Vedere questa ferocia contro il presidente del Consiglio ci è sembrato assurdo ed inusuale. La sensazione che abbiamo avuto è stata quella del degrado del clima politico, che non fa parte della nostra storia recente. La nostra è stata un’iniziativa spontanea ed umana. Il nostro desiderio era quello di poter incontrare il presidente del Consiglio".

Eravate sicuri di riuscire a vederlo, visto il riserbo che c’era stato attorno al capo del Governo dopo l’aggressione in Piazza Duomo?

"No, non eravamo sicuri di vederlo. Sapevamo che il premier sarebbe uscito tra il 16 e il 17 dicembre dall’ospedale e che avrebbe avuto la necessità di non vedere nessuno. Ma quando la delegazione del Pri, composta da Francesco Nucara e me, è giunta a Milano, non abbiamo atteso molto tempo prima di ricevere una risposta positiva da parte del premier. Berlsuconi si è detto sorpreso di questa violenza contro la sua persona e dell’odio che ha visto quel giorno in piazza da parte di alcuni che lo hanno criticato".

Cosa vi ha detto in particolare sul Pri?

"Ci ha ringraziato per l’appoggio che abbiamo dato e continuiamo a dare al governo. Ha sottolineato che il Partito Repubblicano Italiano ha dato il suo appoggio al Pdl pur senza entrare nel nuovo partito. Noi abbiamo ribadito a Berlusconi che non vogliamo ammainare la bandiera del repubblicanesimo e dei repubblicani, pur restando fedeli all’impegno dell’alleanza con l’attuale governo. Abbiamo ribadito a Berlusconi l’intenzione di dare il nostro apporto alla maggioranza con i nostri uomini e il nostro impegno di soggetto politico autonomo per risolvere i problemi del Paese che si sono aggravati con la crisi economica internazionale".

Che tipo di considerazioni ha fatto Berlusconi?

"Ha detto che si fida del Partito Repubblicano Italiano e che considera il nostro come un partito di persone serie e caratterizzato dalla coerenza. Berlusconi si è detto dispiaciuto che il Pri non abbia potuto partecipare attivamente al suo quarto governo nonostante le legittime aspettative del partito. Abbiamo ribadito al premier che il problema non è affatto quello di un ministero per i repubblicani, ma di portare avanti la nostra collaborazione con la maggioranza, che qualche volta ci soddisfa e qualche volta incontra anche le nostre critiche. Ma questo fa parte della dialettica politica. Questo è il senso di quello che ci siamo detti".

Quali altri argomenti avete toccato?

"Non abbiamo parlato solo di politica. Abbiamo chiesto a Berlusconi i particolari dell’intervento che ha subìto dopo l’aggressione e gli abbiamo domandato nei particolari che tipo di ferite avesse riportato sul viso. Berlusconi era sconcertato per questo gesto perché si ritiene un amico della gente. E non si aspettava un atto del genere. Il presidente del Consiglio è consapevole della crisi economica e delle difficoltà che incontrano le persone in momenti come questi. E di questo si è rammaricato molto con noi".

Lo avete trovato depresso per certi attacchi duri che ha subìto in queste settimane?

"Berlusconi non è affatto depresso. E’ molto dispiaciuto del clima che ha visto contro di lui. Ma, dal punto di vista della tempra, ho avuto l’impressione di un uomo molto forte e che vuole tornare subito all’impegno politico. Ci ha detto che avrebbe voluto fare di più per gli italiani, ma i problemi legati al bilancio e alle finanze pubbliche non gli hanno permesso uno sforzo superiore".

Ha fatto delle domande specifiche sul Pri, oltre ai temi che avete trattato?

"Non ha fatto nessuna domanda particolare dopo quello che ci siamo detti. Berlusconi sa perfettamente quanto siamo seri e conosce le motivazioni ideali che ci sono dietro le nostre posizioni. Quando Berlusconi ha parlato di noi, lo ha fatto citando i repubblicani come identità politica e ha lodato la lealtà di Francesco Nucara".

Avete trovato parole di odio da parte di Berlusconi contro il suo aggressore?

"No, non ha pronunciato nemmeno una parola di odio o di critica personale nei confronti di Massimo Tartaglia. Ho avuto l’impressione – ma questa è una mia impressione – che Berlusconi sia più propenso a perdonare questo ragazzo piuttosto che a volere contro di lui la pena più dura. Se dovessi riassumere i sentimenti che ho visto in Berlusconi potrei parlare di serenità, di tristezza per l’atto subito e di grande determinazione nel proseguire il suo impegno politico. E’ pronto per andare avanti sul cammino che il governo ha intrapreso".

(a cura di l. p.)